Un capocantiere alpinista

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La sua passione è arrampicare e vive la montagna con intensità, ma in Casada Giovanni Grazioli è soprattutto un capocantiere che ha portato la sua energia positiva e la sua visione di geometra che ha sempre lavorato tra ruspe e betoniere.

 

Come sei arrivato in Casada? 
“Sono diplomato geometra ma ho sempre lavorato nella gestione dei cantieri. L’ho fatto per diversi anni nell’alto lago di Como, poi sono stato per 4 anni e mezzo in una piccola impresa nel Locarnese e nel marzo di due anni fa ho avuto la grande opportunità di entrare in Casada”. 

Com’è stato l’ambientamento?
“Sono passato da una realtà di una decina di lavoratori a una strutturata e con centinaia di colleghi. Ma grazie all’esperienza di Casada sono stato sempre accompagnato nel percorso di ambientamento e crescita”.

Il primo cantiere seguito da capocantiere in Casada?
"Circa un anno fa, una casa a Giubiasco”.

Quello che ti ha dato più soddisfazione?
“L’ultimo, che abbiamo da poco completato. In valle Bedretto, All’Acqua, siamo intervenuti sul ponte e sulle arginature. È sono molto soddisfatto del risultato”.

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Dall’edilizia civile al genio civile, cosa preferisci? 
“Ho sempre fatto edilizia civile, ma sono venuto in Casada anche per potermi cimentare nel genio. Lo trovo molto più sfidante nella gestione di un cantiere, poiché occorre tenere conto maggiormente di fattori esterni, come le condizioni atmosferiche, ma anche di diversi aspetti organizzativi e logistici, soprattutto se si opera in alta montagna o nelle valli più in quota”.

La maggior criticità di fare il capocantiere?
“Diciamo il dover gestire i rapporti con diverse persone. Ovviamente ognuno ha la sua testa, quindi riuscire a trasmettere alla squadra la giusta visione è fondamentale. Riuscire in quello è decisivo nell’ottima riuscita di un cantiere”.

La passioni extra lavoro?

“Amo la montagna e la vivo tutto l’anno: dallo scialpinismo all’arrampicata. E ho la fortuna di avere una compagna Linda che la condivide con me. E anche Giotto, il nostro cane, un lagotto romagnolo, nonostante le sue zampette ci segue sempre”. 

Montagne preferite?
“Le Dolomiti di Sesto in Val Pusteria. E ovviamente quelle della zona lariana dove sono cresciuto, negli anni ho seguito anche alcuni corsi dei Ragni di Lecco”.

Sogni professionali e sogni montani?
“Sul lavoro vorrei continuare a crescere con il giusto passo, cimentandomi sempre di più nel settore del genio civile. In montagna ho già realizzato il sogno di scalare le tre Cime di Lavaredo per le vie più lunghe. Diciamo che mi piacerebbe andare in Patagonia, ma per conoscere soprattutto l’ambiente, il Cerro Torre lo lascio ai Ragni!”.